C’è, a Siena, un giornalista, un blog, una TV che voglia organizzare un confronto sul risanamento dell’Ateneo senese?

Can che abbaia non morde?

Can che abbaia non morde?

Scrive Marco Sbarra, commentando l’intervista a Riccaboni e la mia richiesta di un pubblico confronto sul risanamento dei conti dell’Ateneo senese: «Il professor Riccaboni dice che a Siena cani rabbiosi abbaiano contro le persone che operano per il bene della Città.
Il professo Riccaboni è uomo d’onore, per cui non potrà non accettare la sfida a duello lanciatagli dal professor Grasso. Aspetto con ansia la fissazione della data e l’individuazione del campo neutro dove si svolgerà la singolar tenzone sotto la supervisione di un arbitro imparziale.
Qualcuno avanza il sospetto che il magnifico rettore prudentemente diserterà l’incontro? Non credo sia possibile: ciò significherebbe che Il professor Riccaboni, che è uomo d’onore, ha qualche scheletro negli armadi dell’Università ed è uomo vile. Suvvia…
Se poi a Siena esistessero TV libere e indipendenti farebbero a gara per organizzare e trasmettere – in diretta – un tale avvenimento.»
Di seguito la trascrizione integrale della prima parte dell’intervista di Daniele Magrini ad Angelo Riccaboni (Radio Siena TVdi Sabato, 19 marzo 2016).

– o – o – o – o – o – o –

Magrini. Iniziamo dai conti! Vorrei, però, cercare di mettere a punto alcune cose che continuano a far dire : “Ma no guarda quello che dice Riccaboni non va bene”. Per esempio il risanamento. Nel 2013 in occasione del varo del bilancio di previsione i sindaci revisori non firmarono il bilancio e dissero addirittura: “ci vuole il commissariamento”. Che cosa è successo dal 2013 in poi per l’inversione di tendenza? La seconda domanda è: va bene risanamento, però 500 professori sono andati via pensionati, prepensionati ecc., il blocco del turnover, molti corsi che sono stati cassati… Come dire, è un risanamento che è costato tanto! Partiamo da qui.

Riccaboni. Partiamo da ieri, ero al Ministero e c’era il Direttore generale attuale che diceva: “nessuno avrebbe scommesso che l’Università di Siena si sarebbe sollevata”. Quindi, o si capisce che la situazione era non al limite del collasso ma dentro al collasso, o è inutile fare alcune riflessioni…

Magrini. Quant’erano le cifre? Ricordiamolo.

Riccaboni. Ma, ci sono stati degli anni in cui il disavanzo di competenza è stato dell’ordine di decine e decine di milioni di euro; quindi parliamo di una cosa gravissima. Poi vorrei ricordare che non conta soltanto la parte finanziaria, conta tutta una serie di fenomeni che avvengono intorno e dentro l’Università, che fanno collassare l’Università non tanto nella parte finanziaria, che pure è importante, ma mille altre pressioni, mille altre questioni. Infatti, ho sempre detto che ci sono stati tre assi fondamentali: il risanamento finanziario che è stato veramente importante e ora entriamo nel dettaglio; lo sviluppo, infatti in questi mesi stiamo raccogliendo anche i semi che abbiamo gettato in questi anni; e poi non crollare, qualcuno oggi parla tanto di resilienza, cioè voglio dire sarebbe stato molto facile… Ci sono stati dei momenti in cui, col direttore amministrativo, che io ringrazio ancora una volta, Ines Fabbro, veramente ci siamo trovati molto soli e siamo riusciti a resistere rispetto a delle pressioni fortissime perché c’erano richieste di approfondimenti, indagini in corso, interrogazioni, questioni, vertenze sindacali… Allora non crollare – e questa è una grande lezione che ho imparato – è forse più importante del risanamento finanziario perché ci vuole forza, tranquillità, serenità, consapevolezza che ci si può fare. Quindi, questo è il punto; se non partiamo da questo, tutto il resto fa ridere. Passiamo alle strumentalizzazioni che ora tu dicevi.

Magrini. No, sono sottolineature, non strumentalizzazioni…

Riccaboni. No! No! Sono strumentalizzazioni! Allora, diciamo che se in questa città si continua a dare retta a qualcuno che abbaia giusto perché gli dispiace che le cose vadano bene, non è il percorso migliore per uscire dalla situazione in cui siamo. Quindi, chi abbaia, lasciamolo dove abbaia! La questione si risolve in pochi secondi. Parliamo di fine 2012, quindi ancora la situazione molto difficile. Parliamo di revisori appena entrati; di un bilancio di previsione che, questo lo sanno tutti, presenta sempre risultati peggiori di quello consuntivo, perché, specialmente nella nostra gestione, siamo sempre molto prudenti. Quindi è ovvio, non è una cosa strana, è normale che, in una situazione pesante dal punto di vista finanziario, com’era ancora allora, oltretutto essendo un bilancio di previsione era anche particolarmente pesante (perché molto prudenti noi lo siamo sempre stati), i revisori appena entrati – sottolineiamo questo punto – si trovano ad essere nel caso più difficile d’Italia: Siena. Voi cosa avreste fatto? Cioè, avreste dato segnali di positività? Uno sta molto attento! Quindi, questi signori, anche qui per favore evitiamo di abbaiare, non dissero richiesta di commissariamento, perché non c’è la legge sul commissariamento, neanche adesso; auspicavano che fosse approvata questa norma che poteva dare, forse col commissariamento, una soluzione. Ma i criteri per il commissariamento non c’erano.

Magrini. E come siete usciti voi da quella fase?

Riccaboni. Quindi parliamo di un’altra cosa! Perché poi nel 2013 e nel 2014 il bilancio ha presentato un risultato positivo per 9 milioni e 10 milioni. E direi che anche, comunque, nel 2012 il consuntivo presentava una perdita ma non eccessiva! Come ne siamo usciti? Come si deve fare in questi casi: estrema attenzione alle spese, blocco del turnover, naturalmente, c’era un discorso di uscita da tutta una serie di situazioni – noi avevamo 8 corsi di studio fuori le mura – li abbiamo chiusi tutti quanti; siamo usciti da tutta una serie di locazioni… Quindi, insomma, tutto il pacchetto del buon risanamento che si insegna e noi l’abbiamo applicato qui e devo dire, questo va sottolineato, però, con il contributo, la pazienza, la motivazione di tutto il personale, sia quello amministrativo che quello docente siamo riusciti, con il contributo di tutti, a fare un miracolo. Questo è quello che c’è adesso, abbiamo sistemato tutto quanto; anche questo discorso dei 500, non è vero che sono 500 docenti (sono meno di 500); il rapporto, comunque, fra numero di docenti e numero di studenti a Siena è ancora più alto che in altri luoghi, forse avevamo troppi docenti, allora; la ristrutturazione dei corsi è stata fatta secondo la legge, quindi non è che abbiamo chiuso particolari corsi… Allora, si parlava di futuro va bene! Se, invece, si vuole strumentalizzare lasciamo le strumentalizzazioni ai blog, ai bar, ai corridoi… Non mi sembra…

Magrini. Però, sai, secondo me, è sempre molto utile parlare delle cose, perché, come dire se ti vengono poste delle domande, “come sei stato bravo a risanare l’Università” la gente che ci vede non ci crede. Se la dialettica è tale, ed è quindi feconda di una democrazia vivace, anche le voci contro devono avere ascolto e poi il rettore dice la sua, questo è il dialogo.

Riccaboni. Certo! Ma, infatti, come vedi, non mi sottraggo certo a… Anzi, devo dire che quello che è importante – anche questo vorrei che fosse chiaro a tutti – c’è il risanamento, però c’è stato anche il rilancio con le iniziative di sviluppo che voi avete visto, che tutti vedono; qui c’è stato il resistere alle pressioni. Ma tutto questo si trasforma in fiducia, si trasforma in reputazione. Io sono fra i rettori che sicuramente stanno lavorando per il confronto col governo su interventi sull’Università. Allora cosa vuol dire questo? Vuol dire che chi guida l’Università di Siena mentre all’inizio era visto come un paria, ti assicuro come un paria, le Istituzioni non ci volevano neanche parlare con me…

Magrini. Si diceva all’inizio che siccome ci fu l’inchiesta per il voto “truccato” che non riguardava te ma i membri della Commissione elettorale… invece, quell’inchiesta è finita?

Riccaboni. Ma certo! Fammi finire. Credo che sia molto importante sapere che chi guida l’Università di Siena ha una forte reputazione ed è attore a livello nazionale e internazionale su molti tavoli. E questo è dovuto al fatto che l’Università di Siena in questi anni ha fatto questo grande passaggio e quindi c’è una fiducia nei suoi confronti. L’inizio è stato tremendo, anche perché in maniera del tutto inopinata ci sono state delle segnalazione su cose che tutti sapevano che non erano vere; tutti sapevano che non c’era stato nessun broglio; tant’è che le indagini, proprio i verbali della sentenza con la quale non c’è stato il rinvio a giudizio per i membri della Commissione elettorale, i verbali dicono chiaramente che dopo alcune settimane era chiaro anche a loro che non c’era stato alcun broglio.

Magrini. Quindi c’è stato il decreto di archiviazione?

Riccaboni. Certo! Per quanto riguarda questa storia non c’è stato mai niente, mai alcuna cosa sostanziale. Poi ci sono piccoli aspetti formali che verranno risolti nelle prossime settimane… Ma dal punto di vista dei brogli, dal fatto che avessero votato persone che non avevano il diritto di votare, questo è stato dimostrato che non è successo.

Pubblicato anche da: “il Cittadino online” (23 marzo 2016) con il titolo: «Si può organizzare a Siena un incontro sul risanamento dell’Ateneo? Il professor Grasso lancia la sfida, all’indomani dell’intervista rilasciata dal rettore Angelo Riccaboni al giornalista Daniele Magrini».

Sulla trasparenza Riccaboni è arrivato prima di Renzi. Che ne pensano i candidati a Rettore dell’Ateneo senese?

10 dicembre 2010: «Dalle vicende dell’università di Siena emerge la mancanza di trasparenza assurta ad ordine di governo»

17 febbraio 2011: Università di Siena: «preconsigli» di Amministrazione, un ritorno al passato

11 maggio 2011: Una lezione di democrazia a chi ostacola la trasparenza nell’università di Siena

8 giugno 2011: Davvero qualcuno pensa di usare un “Madoff italiano” per risanare l’università di Siena?

27 luglio 2011: Le sorti dell’Università di Siena nelle mani di un Madoff senese?

11 novembre 2011: Università di Siena: dissesto economico, sequestro di beni e inaugurazione dell’anno accademico

20 novembre 2011: Per la comunità accademica Riccaboni non è più il rettore dell’Università di Siena

27 agosto 2012: La casa dei misteri: Palazzo Bandini Piccolomini a Siena

30 agosto 2012: Ateneo senese: la trasparenza invisibile

11 febbraio 2013: È necessaria l’interdizione di Riccaboni dalla carica di rettore dell’Università di Siena

11 marzo 2014: «Lascia perdere, all’università di Siena si è sempre fatto così!»

25 ottobre 2014: È in arrivo il Direttore Generale dell’Università di Siena

Spigolature senesi: tra ruolo istituzionale ed esigenze personalistiche dei vertici di alcune istituzioni locali

Marcello Clarich - Angelo Riccaboni - Marco Casucci

Marcello Clarich – Angelo Riccaboni – Marco Casucci

Lega Nord Siena. A che titolo i vertici di Fondazione MPS e Università partecipano a conferenza del PD? La Lega Nord pretende chiarezza. La presenza dei vertici della Fondazione e dell’Università alla conferenza programmatica del Pd costringe la Lega ad alcune riflessioni sul ruolo di queste istituzioni locali e sul loro totale appiattimento e la loro contiguità con il Partito che ha distrutto la Città. Emergono precise responsabilità del Presidente della Fondazione Clarich e del Rettore Riccaboni che sviliscono e deviano la Fondazione MPS e l’Università degli Studi dai loro scopi e funzioni istituzionali e le piegano alle loro esigenze personali e personalistiche. È anche evidente il disprezzo che viene gettato sul Comune di Siena, visto il recente rifiuto dei membri della Deputazione della Fondazione di rispondere a chi li ha nominati, quando invece il Presidente Clarich non si fa problemi a recarsi ad un appuntamento politico.

Marco Casucci (Consigliere regionale della Lega Nord Toscana). Non possiamo accettare che la Fondazione Monte dei Paschi e l’Università degli Studi – i cui vertici hanno chiaramente fatto intendere che non sono indipendenti e sopra le parti, ma hanno un preciso riferimento politico in quel Pd che è stato l’artefice del declino di Siena – continuino ad essere gestiti e presieduti da questi due signori i quali, oltre a mostrare lacune nel proprio operato, fanno sorgere seri dubbi di un latente parallelismo tra ruolo istituzionale rivestito e carriera politica intrapresa.

«Se vuole parlare di problemi nei conti dell’Università di Siena c’è sempre la Procura». Parola di Rettore!

Piccini-Valdesi-Riccaboni

Piccini-Valdesi-Riccaboni

Riferendosi alla conferenza-stampa del Rettore dell’Università di Siena, Laura Valdesi scrive: “Basta di conseguenza obiettare che Pierluigi Piccini ha definito l’indebitamento dell’Università tutt’altro che in fase di risoluzione, perché Riccaboni parta lancia in resta: «Avrà fatto qualche master, di sicuro è bravissimo. Se vuole parlare di problemi c’è sempre la Procura. Gli farò comunque avere questi dati.»”

Pierluigi Piccini. (…) Questi dati sarebbero il preventivo del 2016, bene ne prendo atto. Ma nel mio modo di fare c’è sempre l’analisi dei consuntivi, gli unici che fanno testo. I preventivi spesso si rivelano dei libri dei sogni, infatti l’inferno, come è noto, è lastricato di buone intenzioni. E non ho bisogno di altri dati perché quelli su cui ho lavorato sono i dati ufficiali dell’Università di Siena a disposizione di chiunque essendo pubblicati nel sito dell’ente. E per commentare ancora il bilancio dell’Università aspetterò la pubblicazione dei dati a consuntivo del 2015. Per quello che ho scritto riconfermo parola per parola, numero per numero. È chiaro che l’indebitamento è alto (100,2 milioni di euro, bilancio consuntivo 2014), al netto delle dismissioni dell’Ospedale e del San Niccolò. A questo proposito c’è da notare che questi ultimi sono interventi pubblici, che si configurano come veri e propri salvataggi, e, quindi, senza ricorrere al mercato, né a un significativo lavoro nell’attività tipica dell’ente. Nel caso, poi, dell’acquisto dell’Ospedale di Siena da parte della Regione in questi soldi c’è una parte anche delle imposte dei senesi. A questo proposito è necessario fare una considerazione più generale. Prendendo le tre presenze più significative della città la Fondazione, la Banca e l’Università la risposta alle proprie crisi è stata diversa. La Fondazione come si legge dai bilanci si è depauperata. La Banca e l’Università sono ricorse all’intervento pubblico, ma mentre la prima ha restituito il salvataggio ricorrendo agli azionisti, la seconda ha venduto asset patrimoniali e non è proprio la stessa cosa.

Ora arriviamo alla Procura. C’è bisogno della Procura per affrontare una discussione su un bilancio? Discutere di dati certi è l’unica cosa che sarebbe bene fare e non soltanto in questo caso, ma Siena non è più capace di affrontare le questioni in questo modo. Per troppo tempo si è cercato di bloccare chi criticava con la minaccia delle denunce. Si ricorre alla Procura quando c’è malafade, io non ho nessuna malafede se ce l’ha Riccaboni, ci vada lui. Ai segnali di febbre non tutti i soggetti interessati rispondono allo stesso modo c’è chi con 37,5 inizia a curarsi e chi con 39 non sente il bisogno di fare nulla.

I problemi dell’ateneo senese sono strutturali e stanno mutando per sempre il volto, il peso e la collocazione di Siena tra gli altri atenei toscani

 

Unisi2015

Rabbi Jaqov Jizchaq. È chiaro che quello dell’ateneo senese non è più un problema contingente, legato a una particolare congiuntura, una crisi passeggera, ma trasformazione strutturale e destinata a mutare per sempre il volto, il peso e la collocazione di Siena tra gli altri atenei toscani. Sarebbe interessante parlare di questo. Il rettore dice che i conti sono a posto; Grasso e Piccini dicono di no. Le alternative dunque sono queste:

1) Hanno ragione Piccini e Grasso; e allora le domande che molto umilmente ho sottoposto al blog sul destino dell’ateneo risultano ovviamente ineludibili. L’ateneo si accinge a perdere metà del suo corpo docente; non solo, ma lo fa a un ritmo accelerato, stando ai dati ufficiali, dai quali si evince che i docenti rimasti sono molti meno del previsto; il che vuol dire che intere aree scientifiche di base sono entrate pesantemente in crisi, sono state smantellate o si accingono ad esserlo, e se i conti sono in disordine, se dunque non si può contrastare questa tendenza, parimenti non è che si può seguitare a contemplare le ruine imprecando contro un destino cinico e baro.

2) Oppure ha ragione il Rettore. Ma allora, se potendosi considerare conclusa la fase di emergenza l’università può ricominciare a guardare al futuro, “a fortiori” occorre definire con maggiore esattezza tutte le questioni con le quali vi ho ammorbato nei precedenti messaggi. Ovviamente non è che domani all’alba verranno banditi 500 posti per rimpiazzare quelli perduti; anche confidando nella promessa renziana di finanziare un migliaio di ricercatori, a Siena di questi ne toccherà se va bene una manciata, dunque le risorse, ammesso che ve ne siano, saranno centellinate e sarebbe utile capire in quale direzione investirle. L’ateneo sarà comunque, anche in questo caso, pesantemente ridimensionato e il rapporto con gli altri atenei regionali è tutto da chiarire.

Dunque in entrambi i casi, è sicuro che le aree entrate in crisi non risorgeranno più, almeno nel prossimo ventennio, cambiando il volto dell’ateneo: curioso che questa sia vista come un’operazione meramente burocratica da affidare ai ragionieri; ma dov’è l’intellighenzia locale? E poi, anche qui, l’idea balorda di ristrutturare “accorpando”, cioè prendendo chi in quelle aree ancora ci lavora e buttandolo a fare qualche cosa da qualche altra parte, rivela una mentalità da sensali, che non vedo come si possa conciliare con le richieste della SUA e del VQR: c’è solo da augurare a coloro che ragionano così di essere operati ad un rene da un egittologo.

Insomma, qualunque sia la verità sullo stato attuale dei conti, non credo che le questioni che ho elencato nei precedenti messaggi possano essere eluse. Proprio in questa fase pre-elettorale occorrerebbe anzi che fossero poste apertamente all’ordine del giorno: perché non lo si fa? Perché non ci si sbottona (a parte i proclami sulla “Life Valley”, retorici quanto quelli intorno alla “capitale della cultura”)?

Perché il “Magnifico” Riccaboni non si sottopone a un pubblico confronto sul cosiddetto “risanamento” dei conti dell’Ateneo?

Pierluigi Piccini-Angelo Riccaboni-Giovanni Grasso

Pierluigi Piccini-Angelo Riccaboni-Giovanni Grasso

Pierluigi Piccini. (…) Io credo che ci sia un problema centrale (l’Azienda Ospedaliera) che rimane abbastanza nascosto come problematica. La questione dell’Area vasta va affrontata nel merito. Bisogna capire le funzioni, come verrà realizzato, ma non credo che il problema sia lì, nell’Area vasta. Il problema è che fine fa l’Azienda Ospedaliera, perché mi sembra che ci sia una convergenza di interessi fra Riccaboni e Rossi sul contenimento di un centro di costo (l’Azienda Ospedaliera), perché è quello che produce più “indebitamento” da parte di Siena e che, credo, la Regione non si possa permettere di avere questi livelli di Aziende Ospedaliere a Pisa, Firenze e Siena. Credo che il Rettore non abbia difeso a sufficienza l’Azienda Ospedaliera. Credo, anche, che la battaglia sarà, nel prossimo futuro, proprio su questo argomento, perché la fine dell’Azienda Ospedaliera vuol dire la fine della Facoltà di Medicina a Siena. Le due cose sono fortemente collegate insieme. E io non capisco come mai noi dobbiamo avere, unica realtà in Italia, due corsi di Laurea in Lettere, uno a Siena e uno ad Arezzo (che a noi crea un problema di denaro, gestionale), e poi non fare la battaglia, viceversa, per l’Azienda Ospedaliera o sottovalutare quel tipo di operazione. Se Arezzo vuol fare l’Università in “Lettere”, la faccia! Non vedo perché dobbiamo essere noi a farla. La faccia! Non capisco come mai Riccaboni è così collegato ad Arezzo. È vero che è stato prorettore, è vero che ha seguito per conto di Tosi il bilancio dell’Università. Anche su questo bilancio dell’Università tagliamo, per favore, la testa al toro una volta per tutte. La spesa corrente non è l’indebitamento, è inutile che tutte le volte, tutti gli anni, ci si mette la medaglia perché ho fatto gli utili sulla spesa corrente. Il problema è che l’indebitamento è rimasto uguale; cioè io posso contenere i costi sul conto economico, ma poi sul conto patrimoniale l’indebitamento è rimasto uguale. Per favore, anche i giornalisti quando fanno gli articoli, i due bilanci cerchiamo di metterli insieme, perché se non li metti insieme non si capisce effettivamente la situazione in cui si trova l’Università. Ma a parte questo, io credo che la battaglia sull’Azienda Ospedaliera si debba fare ora. Si faccia su chi sarà il prossimo Rettore: che deve venire dall’area biomedica, perché deve salvaguardare l’Azienda Ospedaliera. E attenzione, perché le famiglie che dicevo prima si sono mosse; chi in una logica di continuità con il passato, chi in una logica, invece, di difesa effettiva dell’Azienda Ospedaliera a Siena. E tenete anche conto che quel famoso FFO di 114 milioni, un 30% circa va alla ricerca; quindi sarebbe opportuno avere la ricerca.

Pierluigi Piccini. Mi vedo costretto a fare delle precisazioni dopo il confronto di lunedì con Scaramelli. Alla fine dell’incontro mi si è avvicinato un signore che con molta cortesia mi ha fatto presente che il mio argomentare sull’Università non era corretto. Più precisamente che l’indebitamento dell’Ateneo senese era ormai in fase di risoluzione. Non convinto di questa affermazione e avendo in testa altri numeri sono andato a controllare il bilancio del 2014, l’unico che al momento fa testo. Allora: nonostante il risultato positivo di gestione per 10,1 milioni di euro, il patrimonio netto rimane negativo per 15,8 milioni di euro, con un importo totale del debito pari a 100,2 milioni di euro e il tutto dopo aver alienato il San Niccolò per un importo di 74 milioni di euro e le Scotte, alla Regione Toscana, per 108,0 milioni di euro. Se ci fossero ulteriori precisazioni, rimango in attesa.

Giovanni Grasso. Le precisazioni di Pierluigi Piccini, corrette e condivisibili, si riferiscono al bilancio 2014. Ed è proprio questo il punto! Quanto quel bilancio è attendibile? Anche il Bilancio unico dell’esercizio 2013 (approvato il 29 ottobre 2014, con sei mesi di ritardo e pubblicato, dopo un sollecito del sindacato Usb, sull’home page dell’Ateneo solo il 9 gennaio 2015) si chiude con un avanzo di competenza di +6,91 milioni di euro, un utile di esercizio di +9,04 milioni di euro e un disavanzo di amministrazione di −42,83 milioni di euro. Eppure, aspetto dal 14 maggio 2015 che il “Magnifico” chiarisca alcune incongruenze di quel bilancio che, ovviamente, si ripercuotono anche su quello dell’esercizio 2014. Com’è noto, le partite di giro devono rappresentare un’entrata e un’uscita “senza rilevanza economica o patrimoniale” e devono essere inserite tra le voci degli accertamenti incassati e degli impegni pagati. Così non è stato per il rendiconto finanziario 2013, dove un’impropria allocazione delle partite di giro ha portato a un avanzo di competenza di +6,91 milioni di euro, mentre il suo corretto inserimento porterebbe a un disavanzo di competenza di −3,5 milioni di euro. Perché il “Magnifico” non si sottopone a un pubblico confronto sul cosiddetto “risanamento” dei conti dell’Ateneo?

Cose dell’altro mondo all’Università degli Studi di Siena

 Arnold Böcklin,

Arnold Böcklin, “The Isle of the Dead”, 1883

Vogliamo l’inaugurazione dell’anno accademico anche a Grosseto, al San Niccolò, a San Miniato, a San Francesco, in Via Mattioli e al Laterino, con la partecipazione straordinaria di Matteo.

Il 9 novembre l’inaugurazione dell’anno accademico ad Arezzo

Si svolgerà lunedì 9 novembre la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico nella sede di Arezzo dell’Università di Siena. Dalle ore 11, nell’aula magna del Campus del Pionta in viale Cittadini, interverranno il rettore dell’Ateneo Angelo Riccaboni, la direttrice del Dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale, Loretta Fabbri, il direttore del Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze, Ranuccio Nuti, e il professor Luigi Bosco del Dipartimento di Economia politica e statistica. Seguiranno l’intervento della rappresentante degli studenti Valentina Fazzuoli e la prolusione del professor Bruno Rossi, ordinario di Pedagogia generale, dal titolo “Lavoro, creatività, formazione”. Alla cerimonia interverrà la vice presidente della Camera dei Deputati Marina Sereni. La mattina si concluderà con l’inaugurazione di un’opera di pittura murale realizzata negli spazi di Campus Lab, la nuova struttura di oltre 400 metri quadrati dove gli studenti possono sperimentare nuove forme di didattica professionalizzante, sviluppare progetti, lavorare insieme, incontrare rappresentanti del mondo del lavoro.

Ateneo senese: i sindacati sul kolossal dell’inaugurazione dell’anno accademico

Teatro-Rinnovati

Rsu, Cisapuni, Cisl, UilRua, Ugl, Usb PI. Non vogliamo partecipare a un’inutile passerella che non ci rappresenta. Noi non vogliamo passerelle ma organizzazione vera, carriere, dignità. Chiediamo da oltre un anno di dare corso a previsioni contrattuali, come le progressioni economiche orizzontali, ma l’immobilismo dei vertici di quest’Ateneo, rasentano il teatro dell’assurdo. Ancora ci viene detto che ci sono tanti problemi di gestione, difficoltà che non permettono di eseguire determinate procedure nei tempi previsti. Strano… Sempre quelle che riguardano noi del personale tecnico e amministrativo. Poi se stiamo celebrando con una colossale inaugurazione, degna di un film di cinecittà, l’uscita dal tunnel del buco, com’è che si usa ancora la scusa della difficoltà amministrativa? Forse perché non è una scusa, la verità è che siamo messi peggio di prima e quello che andiamo a celebrare è fumo…

Noi non parteciperemo a un’inaugurazione in cui dovremmo andare a dire che va tutto bene, celebrare questa gestione e, con ricchi premi e cotillon, nascondere tutto sotto il tappeto. Usciti dove! Qui va tutto peggio, i soldi mancano più di prima, in contabilità finanziaria chiuderemo l’anno peggio del 2014, cosa va meglio? Siamo senza istituto cassiere da anni e a ogni scadenza è un dramma, i piani di studio non funzionano, abbiamo una tassazione altissima, non abbiamo riconsiderato le fasce di reddito in base al nuovo ISEE, questa è l’attenzione data agli studenti, perché dovrebbero iscriversi? Non promuoviamo la ricerca come si dovrebbe, non riusciamo ad attrarre fondi, ma forse ai docenti tutto questo va bene, non sappiamo, vorremmo dicessero qualcosa. Davvero per i docenti la priorità di questo Ateneo è comprare i tocchi per i nuovi colleghi?? Non abbiamo distribuito il salario accessorio nel modo in cui si doveva per gli infiniti rinvii dell’amministrazione, non abbiamo gestito l’organizzazione del lavoro nel modo in cui si doveva, non abbiamo dato le responsabilità come si doveva…

Non è raccontando che ora è tutto a posto che si fa il bene dell’università, non è vendendo fumo che si fa il bene dell’Ateneo. Ci si dovrebbe rimboccare le maniche, ma su una piattaforma comune a tutta la comunità, invece passa la linea del Rettore che è di facciata. Non ce ne voglia il Magnifico, ha fatto tanto a modo suo, ma non abbastanza, perché una priorità sarebbe stata quella di creare, rafforzare la comunità, il senso di appartenenza. Invece il clima lavorativo è sempre peggio. Dov’è la strategia di medio periodo? Non c’’è perché si pensa già alle elezioni del Rettore e questa inaugurazione è solo ideata per celebrare la fine dell’incarico del Magnifico. “Il re è nudo”. Colui che si sente il grande timoniere in realtà non ha fatto altro che rimestare con un bastoncino in una tinozza d’acqua sudicia. Domandatevi quali sono questi risultati… Elencateli da voi… Tardiva, … troppo tardiva risulta la convocazione di lunedì 26 ottobre di una contrattazione, per cercare di calmare gli animi. Davvero i vertici di quest’Ateneo credono che una convocazione metta l’animo in pace al personale che rappresentiamo? Vogliamo risposte vere, contratti firmati, chiediamo il rispetto del Contratto Nazionale di Lavoro!! A quale titolo dovremmo essere partecipi di una inaugurazione di anno accademico che ci vedrà ancora una volta ai margini di questa comunità, a dover essere lacchè o servi dei vertici, e non poter rivendicare la nostra dignità. Chi vuole essere lacchè si accomodi, noi no! L’inaugurazione avvenga ma non in nostro nome! O meglio, visto che siamo internazionali… e il Magnifico vuole un’inaugurazione in inglese, not in our name!

Bandiera gialla nel processo a Giovanni Grasso querelato da Angelo Riccaboni

Bandiera-gialla

Con il 16 ottobre 2015, sono passati 50 anni dalla nascita di “Bandiera Gialla” (quella delle navi con gli appestati), programma radiofonico dissacratorio e anticonformista con il quale i suoi ideatori, Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, riuscirono a sprovincializzare la musica italiana. Lo stesso 16 ottobre 2015 è iniziato il processo a un altro “appestato”, il sottoscritto, accusato d’aver diffamato, con «incessanti attacchi su “il senso della misura”», un altro docente, Angelo Riccaboni, che è a capo dell’Ateneo senese. Non sia irriverente l’accostamento dei due fatti, si tratta di una coincidenza che, è sperabile, sia di buon auspicio anche per me, arrivato a Siena 50 anni fa dal Salento, proprio nell’ottobre del 1965.

L’articolo incriminato, dell’11 febbraio (altra coincidenza) 2013, ha per titolo: «È necessaria l’interdizione di Riccaboni dalla carica di rettore dell’Università di Siena». Il procedimento penale n. 883 (altra coincidenza, musicale), con giudice monocratico Maria Cristina Cavaciocchi e pm Alberto Bancalà, vede come miei difensori Luigi De Mossi, del foro di Siena, e Vieri Fabiani, del foro di Firenze. Il querelante, costituitosi parte civile con una richiesta risarcitoria di centomila euro, è rappresentato legalmente dall’avvocato Paolo Di Mattia del foro di Firenze. A causa degli impegni della persona offesa e con il consenso di tutte le parti, il giudice, invertendo l’ordine di acquisizione delle prove, ha iniziato con l’audizione dell’imputato. La registrazione integrale dell’udienza si può ascoltare (ed è scaricabile) su Radio Radicale.

Il pm mi ha chiesto conferma della paternità dell’articolo pubblicato anche su “Il Cittadino Online”, quali siano gli elementi a mio discarico e le fonti delle circostanze da me riferite, quali rapporti io abbia con Riccaboni. Ho risposto che il blog è un foglio online d’informazione e libero dibattito universitario, aperto al contributo di tutti, che le mie fonti sono pubbliche (verbali del Consiglio di Amministrazione e del Senato Accademico), che, con quell’articolo, ho esercitato il mio legittimo diritto di cronaca e di critica nei confronti dei vertici dell’Università degli Studi di Siena, e che non ho avuto (e non ho) alcun rapporto con Riccaboni.

Le domande degli avvocati De Mossi e Fabiani mi hanno permesso di chiarire i fatti riguardanti le irregolarità dell’elezione e della nomina di Riccaboni, riportando le dichiarazioni di una fonte autorevole, quella del Ministro del Miur dell’epoca, Maria Stella Gelmini: «Soltanto oggi vengo a conoscenza del fatto che nessun elettore il 21 luglio è stato identificato. Se avessi saputo di detta irregolarità, non avrei proclamato il rettore Inoltre, ho riferito delle irregolarità nella scelta del Direttore amministrativo, della sua nomina e del suo contratto senza formali delibere del CdA, del mancato pronunciamento dell’organo di governo sullo stipendio tabellare e sulla retribuzione di risultato e, infine, della mancata definizione degli obiettivi della sua azione amministrativa. Ho ricordato l’illegittimità dell’indebita erogazione dell’indennità di risultato eventualmente riscossa, in assenza della predeterminazione dei criteri e delle procedure di valutazione e in mancanza della definizione degli obiettivi annuali.

Mi sono soffermato sui primati dell’Ateneo senese quali: l’assenza del Regolamento Generale (che disciplina l’organizzazione e il funzionamento dell’Ateneo e l’attuazione dello Statuto); la proroga delle iscrizioni fino al 28 aprile 2011; commissioni di concorso irregolari in evidente violazione del D.lgs 165/2001 e del codice di procedura civile; violazione della Legge 1/2009; Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione esautorati; Sistema di misurazione e valutazione della performance approvato con 4 anni di ritardo; assenza di trasparenza, con verbali degli organi di governo approvati con grave ritardo, fino a due anni dopo; concorsi banditi senza l’accertamento della sostenibilità finanziaria. Infine, ho parlato del disordine strutturale e dell’inefficienza endemica, fino all’adozione di molti provvedimenti illegittimi, anche a causa dell’assenza del Regolamento Generale d’Ateneo.

La prossima udienza si terrà il 30 ottobre 2015 alle ore 9,00.

Articolo pubblicato anche da:

Le difficoltà dell’Accademia dei Fisiocritici e l’inadempienza dell’Università di Siena

Altan-stronzopuntozeroDa una lunga intervista di Marta Mecatti (per “La Voce del Campo”, 30 luglio 2015) alla Presidente dell’Accademia dei Fisiocritici, la professoressa Sara Ferri, riportiamo il passo riguardante le attuali difficoltà dell’Accademia e i suoi rapporti con l’Università di Siena. Riccaboni non ha ancora capito che l’Università di Siena è tenuta a fornire all’Accademia il personale necessario per il suo funzionamento! Con l’attuale esubero di amministrativi, non è certo un problema, per l’Ateneo, rispettare la convenzione esistente tra i due enti!

Domanda. Recentemente lei ha dichiarato che l’Accademia sta vivendo un momento di difficoltà.

Sara Ferri. Le difficoltà sono correlate alla carenza di risorse umane che, di fatto, rende impossibile una regolare apertura al pubblico del Museo di Storia Naturale, limita fortemente la possibilità di iniziative e soprattutto mette a rischio la conservazione di reperti museali, molti dei quali altamente deperibili e anche in tempi rapidi se non se ne cura costantemente la conservazione. Anche le bibliotecarie universitarie che si alternano per un totale di dieci ore settimanali sulla base di un accordo con il Sistema Bibliotecario di Ateneo: è una soluzione di compromesso ma l’unica alternativa al niente ed è fondamentale che continui l’opera di lungo corso di catalogazione informatica del prezioso patrimonio.

Domanda. Il rapporto tra l’Accademia dei Fisiocritici e l’Università di Siena è regolato da una convenzione che riguarda proprio le risorse umane. Quanti sono ad oggi i dipendenti?

Sara Ferri. Questa convenzione fra Academia dei Fisiocritici e Università di Siena in vigore fino al 31 maggio 2018 prevede che l’Università fornisca all’Accademia cinque unità di personale. Fra il giugno 2009 e il gennaio 2012 sono andati in pensione la segretaria, il tassidermista e la bibliotecaria. Il posto di segreteria amministrativa è stato ricoperto fino all’ottobre 2013 e i dipendenti quindi sono stati tre. Dal primo giugno scorso, con il pensionamento del conservatore della sezione geologica, è rimasta in servizio presso l’Accademia solo la persona che segue tutti gli aspetti organizzativi delle iniziative, il servizio stampa, redazione e revisione di testi e visita guidata generale dell’Accademia. Da decenni è l’Università di Siena che fornisce il personale all’Academia dei Fisiocritici quale corrispettivo del fatto che all’Università l’Accademia ha ceduto in uso gratuito, mantenendone la proprietà, il terreno su cui si trova una rilevante parte dell’Orto Botanico, serre comprese, e ha ceduto in proprietà una parte del suo terreno e del suo fabbricato per la costruzione di un edificio scientifico universitario. Con le sue finanze l’Accademia, istituzione privata che non ha redditi propri eccetto le quote dei soci, non è in grado di assumere le figure professionali che le necessitano per essere una struttura a disposizione della scienza e della città.

Angelo Riccaboni (6 giugno 2015). L’Accademia dei Fisiocritici rappresenta un’importante testimonianza del patrimonio culturale e scientifico della città, che l’Università di Siena vuole contribuire a valorizzare. I profondi cambiamenti che si sono verificati in questi ultimi tempi in tutti i paesi stanno portando a un ripensamento dei modelli organizzativi da parte di tutti gli attori, scientifici e istituzionali. In linea con tale esigenza, l’Università sta definendo un progetto in grado di fornire il necessario supporto all’istituto. Appena pronto il piano sarà proposto all’Accademia, nell’ottica di un investimento sostenibile e condiviso, al servizio della cultura e della divulgazione scientifica.